Nell'edizione di Bloomberg Businessweek di gennaio sono raccolti svariati articoli che ripercorrono i cambiamenti sociali e politici avvenuti nell'anno appena trascorso. Rivisto in poche pagine, il 2011 appare come l'anno delle grandi rivolte sociali (dai movimenti democratici del Nord Africa e del Medio Oriente, alle proteste giovanili in Europa fino ad arrivare al cuore del centro finanziario con Occupy Wall Street). Verrebbe da dire un grande anno per la democrazia. Eppure tra tutti gli articoli sembrava scorrere un senso comune che mostrava il lato imperfetto di quello che ad oggi sembra essere considerato in modo indiscusso il sistema politico più avanzato a cui un popolo possa aspirare. E' innegabile che la situazione economica, politica e sociale nella quale versano le grandi democrazie del mondo (USA e in particolare l'Europa) abbiano dato adito a dubbi sulla reale perfezione del sistema. Allo stesso tempo lo sviluppo inarrestabile di paesi meno democratici come la Cina o l'India (ufficialmente una democrazia) hanno rafforzato l'idea che forse qualche cosa va rivista nel modello di governo di tanti paesi occidentali. Oltretutto la situazione è talmente degenerata negli ultimi tempi che nemmeno la prerogativa dei "diritti umani" e della "libertà" sembra avere più senso. Giovani che sono a casa senza un lavoro, famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese, casi di malnutrizione infantile in Grecia per scarsità di cibo, pensionati che pensano di farla finita e imprenditori che si uccidono. E poi ancora proteste pacifiche accolte a manganellate, referendum travisati e disattesi nel loro risultato, volontà popolari totalmente inascoltate in favore di poteri forti, banche e mondo finanziario. Viene spontaneo chiedersi, che senso ha sapere di vivere in un paese democratico di nome, in cui il popolo è libero di manifestare dissenso ma che nei fatti non conta nulla? E soprattutto, che differenza c'è tra un governo autoritario alla cinese, o un governo democratico all'italiana? (è meglio un buon autoritarismo o una pessima democrazia?). Quale differenza tra un sistema autoreferenziale che mira al controllo in favore di stabilità e crescita e un sistema che dopo aver contratto debiti ed aver assecondato gli istinti selvaggi del capitalismo ora ci obbliga a farci carico di tali oneri e ripagare i danni di un disastro creato da altri? A guardare da distante, entrambi i modelli (per definizione non democratico il primo, e democratico il secondo) sembrano coincidere in un aspetto: il palese disinteresse verso l'Uomo. Io credo che se vogliamo seriamente migliorare entrambi i sistemi, è fondamentale che lo si faccia proprio con l'obiettivo di elevare la qualità esistenziale dell'Uomo in quanto oggetto primario dello sviluppo. L'Uomo prima delle banche, l'Uomo prima delle multinazionali, l'Uomo prima del PIL, l'Uomo prima del denaro. Mi rendo conto che suona utopico, ma le rivolte esplose in ogni angolo della terra sembrano indicare che sono in tanti a tendere a questa utopia. Qualunque sistema politico e sociale è destinato a fallire nel lungo periodo se non è improntato al miglioramento globale (quindi non solo economico) dell'Umanità. Certo riconosco che tra tutti i sistemi possibili, la democrazia rimane ancora il preferibile. Ma i grandi cambiamenti e i subbugli su scala mondiale hanno dimostrato che tale sistema è ben lungi dall'essere perfetto. Non credo che vivrò a lungo da vedere realizzato un modello migliore, ma è evidente che le basi per un grande cambiamento sono state gettate. La grande partecipazione popolare è il vero promotore di una svolta reale. Possibilmente la vera democrazia (etimologicamente potere del popolo) è quella in cui smetteremo di delegare con il voto, e cominceremo a partecipare politicamente con le azioni quotidiane. Sarà come votare ogni giorno, ogni istante. Quando facciamo raccolta differenziata, votiamo per un pianeta più pulito e salubre. Quando acquistiamo prodotti locali o dal contadino e boicottiamo le multinazionali, votiamo per un mondo più giusto e un economia più sana. Quando riduciamo il consumo di carne e prodotti animali votiamo per meno sofferenza verso altre creature e più cereali e legumi da condividere con i poveri del mondo. Con le nostre scelte e le nostre azioni possiamo perfezionare il sistema. Power to the People per una democrazia 2.0 possibilmente in assenza di bug!
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Se ne sono dette tante sul 2012; chi ha prospettato la fine del mondo, chi l'arrivo degli alieni, chi lo vede come l'anno in cui l'egemonia occidentale dovrà lasciare il passo alle nuove superpotenze asiatiche, o chi non ci vede altro che un nuovo anno da aggiungere alla propria esistenza.
Io credo che il 2012 non sia specialmente diverso da quelli passati, e per questo speciale come ciascuno di quelli già trascorsi. Ogni anno, mese, giorno o minuto fanno la differenza nel momento in cui siamo noi a volerlo veramente. Non sono le circostanze esteriori a rendere un momento della nostra vita speciale, ma il modo in cui noi guardiamo a quell'istante, e allo spirito con il quale viviamo quella frazione di esistenza. Per dirla con un vecchio detto popolare, il bicchiere può essere mezzo vuoto o mezzo pieno. Ma non solo. Vedere il mondo e ciò che accade ogni giorno da una prospettiva di positività richiede una massiccia dose di fiducia e spensieratezza nell'accogliere gli eventi della vita, e alle volte un piccolo sforzo propositivo per cogliere la bellezza in ciò che apparentemente bello non è. Sono sempre più convinto che vi sia come un filo conduttore invisibile, al quale tutto e tutti siamo legati, e che ci trascina delicatamente in un percorso ben definito, che pur sembrando un groviglio ai nostri occhi, come un gomitolo di lana, racchiude in sè una linearità sorprendente, e che una volta consapevoli possiamo srotolare senza troppa difficoltà (o anche lasciarlo aggrovigliato senza farsi turbare troppo!)... E' un pò così che amo pensare alla vita. Nulla viene per caso, nemmeno gli avvenimenti più disorientanti. Prendiamo questa crisi economica. E' scontato a farsi prendere dallo sconforto, ma mi chiedo se possiamo invece guardare già oltre e vedere le opportunità di rinascita che ci attendono. Ci vorrà del tempo, e il passaggio non sarà indolore, ma è importante mantenere lo sguardo oltre, e sforzarsi di percepire la positività del cambiamento. Quello che abbiamo creato non è un sistema sostenibile, fare sforzi per mantenerlo sarebbe da stupidi e allora ben venga una rivoluzione pacifica, non di lotte o guerre, ma una rivoluzione creativa della mente e dello spirito. Una rivoluzione umana. Anche se i poteri forti mondiali si ostinano a voler mantenere questo ordine alle spalle della gente, io lo sento che saranno le persone a dare inizio ad una nuova era basata su nuovi valori. Basta tenere gli occhi aperti, e non è difficile scorgere esempi di cambiamento intorno a noi, piccole rivoluzioni silenti, pronte a convogliare in un un grande movimento di rinnovazione e crescita umana, come un fiume in piena. Anche il suicida, al limite della sopportazione, ha comunque garantita un'ultima fatidica scelta: arrendersi al dolore e farla finita, oppure scegliere di diventare qualsiasi altra cosa egli abbia in mente, anche (e soprattutto) la più folle. Anche un briciolo di positività rimasta è sufficiente per dare quella spinta a cogliere l'alternativa, per ad esempio potrebbe essere la scelta di mollare tutto, saltare sul primo treno e raggiungere mete nuove, per cambiare vita, conoscere nuove persone, aprirsi a nuovi incontri che porteranno a nuovi incontri e così via, fino a farci ritrovare quella rotta che sembrava persa per sempre, impossibile da ritrovare. Basta solo appellarsi a quell'ultima scintilla di positività che ci fa vedere oltre, e tutto il resto viene da sè, come un gomitolo che si srotola fra le dita, come destini dei quali non eravamo a conoscenza. Il mio augurio a tutta l'umanità è di saper cogliere il cambiamento positivo che ci attende in questo 2012 (e in ogni istante della nostra vita). So che dire che la Cina sta vivendo il suo boom non suona come uno scoop. Ma dovreste vederla da qua, è come se l'esplosione dell'economia abbia smosso molto più che un pò di denaro. Io non ho vissuto in prima persona la rinascita italiana del dopoguerra, ma tutti i racconti che ho sentito dai nonni o le descrizioni che ho vissuto tramite film e documentari non fanno altro che farmi vivere la Cina come un dejà vu.
Sono sensazioni difficili da descrivere, è un qualcosa che si respira nell'aria, che sfiora la pelle. E' ciò che vedi nella spensieratezza delle persone, anche quelle che diresti in difficoltà, è ciò che senti nelle risate sguaiate dei passanti, e che noti nella tenacia di tutti quei lavoratori che - pur lavorando duro - sentono di farlo all'interno di un progetto più grande di loro, contribuire a creare una Cina migliore. Ci credono, e fanno bene. Dalla prima volta che sono arrivato ad Hangzhou, nel 2006, ho visto tante cose cambiare, e per la maggior parte in meglio. Che se ne dica della Cina ormai ci ho fatto l'abitudine. Dittatura, manca libertà di pensiero, mancano i diritti, c'è tanta povertà. Una volta ero di quelli che col naso un pò arricciato ripeteva come come un disco tutte queste cose, come a dire "si, si stanno sviluppando, MA...". Da un anno a questa parte ho un pò cambiato prospettiva. Mi rendo ben conto che gli aspetti sopra citati rimangono realtà poco rassicuranti, eppure oggi quando metto a confronto quella che è la Cina e ciò che è l'Italia, posso dire con certezza che ciò che vedo è da un lato un paese che sta faticando per migliorarsi (riuscendoci) e dall'altro un paese che si sta lasciando andare e peggiora (soffocare i tanti talenti italiani rientra in questa logica). Per questo, al contrario di qualche anno fa, mi viene naturalissimo elogiare la Cina e coglierne i pregi. Anche se a livello assoluto mi rendo conto che stiamo (ancora) meglio noi, da un punto di vista concreto qua tutto sembra andare di bene in meglio, ed è una sensazione molto piacevole, proprio rigenerante. Ora anche io capisco come fanno "certi cinesi" a sopportare "certe cose". E' perché sopporti con la consapevolezza che presto tutto volgerà per il meglio, è solo questione di tempo. Sono esempi sciocchi, ma in 5 anni da quando sono arrivato, non trovare più una persona che sputa per la strada è impressionante. Vedere riempire metropoli di milioni di abitanti con bidoni per raccolta differenziata è da non credere. Scoprire che ora i cinesi chiedono assolutamente tutti lo scontrino grazie ad un genialissimo sistema di gratta&vinci sulla ricevuta, è ciò che ti fa dire "vaffanculo Italia, non ci si poteva arrivare anche noi?"! E poi cartelli ovunque per sensibilizzare la gente al rispetto dell'ambiente, inviti a tenere i termostati sotto i 20 gradi o a non utilizzare più di un fazzoletto di carta per asciugarsi le mani. E poi programmi smielati con bambini che cantano ai genitori "se mi ami abbracciami abbracciami abbracciami" e pubblicità progresso con giovani che raccolgono bucce di banana per gettarle nel bidone e fanno attraversare le strisce pedonali ad una nonnina decrepita. Si, sono programmi di lavaggio del cervello governativi, ma almeno qua li usano anche per scopi nobili, e non ci vedo nulla di male. Poi Facebook è bloccato, Youtube pure, la TV e i giornali sono tutti controllati, ma vogliamo parlare di casa nostra? Quanto meno tanti giovani cinesi (e non solo) stanno diventando sempre più consapevoli della situazione, noi lo dovremmo essere già ma lasciamo che tutto rimanga com'è. Ricordo ancora quanto ripugnate e patetica avevo trovato la canzone che la capo infermiera ci aveva costretto a cantare tutti insieme per creare spirito di squadra, si intitolava 越来越好 (Sempre meglio). La trovavo spudoratamente propagandistica e poco vicina alla realtà, così che mi rifiutai di cantarla, con suo grande disappunto. Oggi forse deciderei diversamente. |
chi sonoUn semplice viaggiatore, uno dei tanti, alla ricerca di quel qualcosa che so già essere quasi inafferrabile. Cosa che rende l'intero percorso ancora più avvincente. il blogNessuna pretesa prima di tutto. Un posto virtuale nel quale dare forma ai miei pensieri e ricordi per segnare le tappe dei miei viaggi, e del mio viaggio. archivi
April 2020
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