Tutto avrei mai pensato, tranne che di dedicare un post a lui. Le dediche solitamente si fanno a persone per cui si prova stima e rispetto. Però proprio ieri mi sono imbattuto in un articolo in cui si parlava dell'iniziativa di un gruppo di cittadini di Modena che si sono messi con un banchetto a raccogliere fondi per una causa molto nobile: comprare a sua altezza reale un biglietto di sola andata per Antigua. Quota raggiunta in poco tempo.
Ho letto della cosa solo un'ora dopo aver già deciso il nome di questo blog, e l'ho trovato molto curioso. Chissà che non sia un buon segno premonitore, che sia davvero arrivato il momento per il capitano di abbandonare la nave. Nel mio personale viaggio ho deciso da un po' di allontanarmi da questa politica televisiva che inquina lo spirito, quindi non parlerò affatto di B. in questo blog, solo al pensiero mi sembra di avvelenare questo spazio. Voglio solo dedicargli un buon viaggio, senza biglietto di ritorno. SENZA BIGLIETTO DI RITORNO.
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Sono partito e come da tradizione mi sono portato dietro il libro da cominciare in aeroporto e dal quale farsi accompagnare nei primi giorni di ambientazione. Il primo libro di un viaggio di solito rimane aggrappato ai ricordi, perché letto in un momento di particolare sensibilità emotiva, quella del cambiamento di luogo, di cultura, di distacco dagli affetti. Ecco il libro è - per me - ciò che mi riporta a casa anche quando sono distante, come un profumo familiare.
Questa volta ho scelto - non a caso - Un indovino mi disse di Tiziano Terzani. Dico non a caso perché Terzani in quel libro descrive un intero anno passato in Asia a viaggiare con ogni mezzo tranne che con aerei. La sua decisione era dovuta ad un presagio di tanti anni prima che un indovino di Hong Kong aveva fatto sull'anno 1993 in cui il giornalista non avrebbe dovuto assolutamente volare, o avrebbe rischiato la vita. La profezia in qualche modo si avvererà. Un libro molto interessante, e come tutti i libri di Terzani estremamente piacevole alla lettura. Io a modo mio mi ero messo in testa di voler fare qualcosa di simile, avevo deciso che dal momento in cui fossi atterrato a Qingdao, non avrei più preso aerei fino al 6 luglio, momento del ritorno in patria (!). Ero deciso, convinto! Già mi scocciava il fatto che avessi prenotato il volo interno Pechino-Qingdao, perché non un bel treno? Poi i primi dubbi, quando ho pensato a Shenzhen, nel profondo sud, si parla di quasi 30 ore di treno…eppure mi sono detto che lo avrei fatto, con la mia cuccetta e i miei libri. Anzi, un'ottima occasione per staccarsi dal lavoro e le tonnellate di email. Ero così entusiasta all'idea che non potevo fallire. Oltretutto già stavo facendo i calcoli di emissione di CO2 risparmiata con questa mia scelta (ho letto di persone che per motivi di eco-sostenibilità hanno chiuso con gli aerei, per sempre). Poi la catastrofe. Chiamata urgente dal dipartimento centrale, devo essere a Shijiazhuang il prima possibile "tipo domani?", "no, tipo stasera è meglio". Non ho scelta, mi arrendo al fato. In meno di 12 ore dal mio volo Pechino-Qingdao mi ritrovo a fare check-in per un Qingdao-Pechino. Poi bus, stazione dei treni che grazie al cielo ho potuto evitare avendo trovato un passaggio abusivo fino a Shijiazhuang (le stazioni dei treni in Cina in periodo Capodanno Cinese sono l'inferno, da non augurare al peggior nemico). Dopo due giorni a Shijiazhuang con febbre a 38 eccomi tornare all'aeroporto di Pechino per assistere una paziente in partenza, questa volta a bordo di un veicolo da strada, 5 lunghissime ore (da leggersi con tono Fantozziano). A lavoro ultimato, cerco di tornare a Qingdao, un benedettissimo treno, ma tutto prenotato fino al 30. Il giorno seguente avrebbero aperto le vendite dei biglietti per il 31. Era il 26, io con 3 T-shirt in tutto, sudate, fonate e risudate per la febbre, volevo tornare ed ero di fronte a due scelte, una etica e l'altra pratica. Avrei potuto tornare a Shijiazhuang con i colleghi, altre 5 ore di viaggio, per tentare il giorno seguente di accapparrarmi un treno di ritorno per Qingdao il 31. Garanzie nessuna. Oppure avrei potuto volare la mattina seguente, posto assicurato, 800 yuan e tanta CO2 nell'atmosfera. In questo momento sto scrivendo da una camera d'albergo di Qingdao, quindi fate presto a capire su cosa sia ricaduta la mia scelta. Terzani lo considero un grande maestro, ma che schiappa di allievo mi sento! |
chi sonoUn semplice viaggiatore, uno dei tanti, alla ricerca di quel qualcosa che so già essere quasi inafferrabile. Cosa che rende l'intero percorso ancora più avvincente. il blogNessuna pretesa prima di tutto. Un posto virtuale nel quale dare forma ai miei pensieri e ricordi per segnare le tappe dei miei viaggi, e del mio viaggio. archivi
April 2020
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