Sto dormendo una media di 5 ore a notte, dopo giornate faticosissime di lavoro nei campi, sono sfinito fisicamente ma mi sento felice. Due italiani a promuovere le pannocchie lesse biologiche alla fiera di Taipei Lo scorso fine settimana abbiamo lasciato i campi per dirigerci in "città", nuovamente a Taipei, per vendere gli stessi prodotti che il giorno prima avevamo raccolto e lavato nei fossati pieni di acqua che scende dalle montagne. A Taipei ci attendevano 2 mercati del fine settimana (ai quali la fattoria partecipa sempre) e uno stand speciale in occasione della fiera delle piccole imprese innovative. Il sabato dovrebbe essere il giorno di festa, e invece noi ci siamo svegliati addirittura un'ora prima dei giorni feriali, per partire alle 4:30 am e raggiungere la capitale entro le 9:00 del mattino per l'apertura dei mercati. Dopo ore di viaggio e parecchie soste per riempirsi di caffè, siamo arrivati al primo mercato dove clienti di fiducia stavano attendendo intrepidi lo scarico delle verdure fresche. In men che non si dica il banchetto è stato preso d'assalto, con noi che riempivamo le cassette di legno, e casalinghe che le svuotavano alla velocità della luce per poi correre a casa a preparare il pranzo. Shaun - il volontario di Hong Kong - è rimasto ad occuparsi dello stand mentre il resto di noi è corso verso il secondo mercato, quello dietro stazione principale. Anche qui stessa scena, clienti in attesa e noi assieme ai gestori della fattoria che con gran sorrisi cercavamo di far pazientare le signore mentre scaricavamo le cassette di verdura dal furgone. Una volta sistemato il banchetto, abbiamo lasciato tutto in mano ad Alice - la volontaria di Hong Kong - per fiondarci verso il vero grande evento: la fiera di Taipei. Siamo arrivati giusto in tempo per poter entrare con il furgone e scaricare tutta la merce. E poi appendi i poster, sistema le cassette di legno per mettere le verdure, posiziona i cartelli con nomi e prezzi, abbellisci qua e la ed eccoci pronti, già esausti prima di cominciare e con due giorni di fiera davanti a noi. E' una sensazione strana trovarsi ad una fiera nella capitale di Taiwan, all'ombra del terzo grattacielo più alto del mondo (il Taipei 101) a vendere cavoli e carote a clientela orientale! Ed è stata un'esperienza esaltante vedere quanto i Taiwanesi apprezzino l'agricoltura biologica e ne conoscano i vantaggi, invece di lamentarsi per il costo elevato. Se c'è qualcosa che ho imparato in questi giorni di duro lavoro, è che il biologico costa, ma per un motivo. Le erbacce se non vengono uccise da diserbanti nocivi crescono a dismisura, e l'unico metodo (o quantomeno quello usato qua) è quello di piegarsi fino a spezzarsi la schiena per estirparle a mano. Una a una. Per il lavoro che c'è dietro, il biologico non costa abbastanza, direi! E' stato divertente trovare modi per vendere alcuni prodotti anziché altri, o cercare di proporre ciò che meno la gente chiedeva, come le pannocchie. Quando ci siamo accorti che non tanta gente le acquistava, ecco che abbiamo messo a bollire un pentolone d'acqua e abbiamo cominciato a vendere pannocchie lesse, uno snack che non può mancare mai e che infatti ha decretato il successo di questa strategia di marketing. Nel giro di pochi minuti abbiamo venduto più pannocchie di tutte quelle vendute nella giornata precedente. La domenica sera, con i piedi doloranti abbiamo raccolto quel briciolo di forze rimaste per smontare tutto, rimettere le rimanenze nel furgone e riprendere la strada (tutta curve) di casa. Nota positiva, il giorno dopo avremmo potuto dormire la mattina. Nota negativa, siamo arrivati a casa alle 4:00 di mattina del lunedì. Informazione degna di nota è stata quella riportataci da Rita - signora Taiwanese che lavora con noi nei campi - questa mattina: alla radio hanno passato la notizia di un particolare stand fieristico in cui 3 stranieri, tra cui due ragazzi italiani che in uno strampalato cinese vendevano pannocchie lesse biologiche alla fiera di Taipei... Tofu buono si, ma una torta di carote... Da quando siamo arrivati in fattoria abbiamo ripreso a mangiare in maniera salutare. Essendo i gestori vegetariani, i pasti sono senza carne e bio. Non potevo chiedere di meglio. Alla sera, dopo una giornata di lavoro intenso, anche un pasto frugale e semplice di riso, verdure e tufo ha un sapore unico. Poi comunque visto che il totu ha dei limiti fisici nell'esaltare un palato, Andrea ha pensato bene di sfoggiare alcune delle sue arti culinarie per preparare la torta alle carote, con le carote bio che abbiamo estratto dalla terra qualche giorno fa. Il risultato è stato esaltante, i nostri colleghi e gli altri volontari hanno apprezzato moltissimo (tanto che stanno pensando di vendere la torta ai mercati del fine settimana) e noi in un boccone siamo ritornati a casa. Risaie e risate E' da ieri pomeriggio che mi ritrovo a piedi nudi nella malta fino alle ginocchia a rovistare nel fango per strappare le erbacce che crescono vicino alle piantine di riso biologico coltivato dalla fattoria. Ho ancora tanta di quella terra sotto le unghia che anche scrivere sulla tastiera crea una qualche sensazione di fastidio, che tuttavia è coperta dal prurito che mi ha invaso le gambe (non so bene se per le zanzare, le pulci dei gattini o che altro). Abbiamo cominciato ieri pomeriggio, e ripreso questa mattina alle 5:30 am. Sotto la guida di Rita, esperta nell'estirpare erbacce a mano, a piedi nudi ci siamo immersi di nuovo nell'acquitrino fangoso del campo di riso e abbiamo ricominciato a strappare tutte le erbacce dalla radice, che per raggiungere (la maledetta!) non c'è altro modo di piantare le braccia nella malta e rovistare con le dita. All'inizio temevo la presenza di qualche bestia strana, ma Rita ci ha rassicurati. Gli animali che vediamo (ragni d'acqua, bruchi pelosi e zanzare giganti) non sono pericolosi, e quelli che non vediamo (granchi del fango) non dovrebbero esserlo. Anche qui la posizione è sempre la stessa, piegati a 90 gradi non possiamo fare altro che sgranchirci di tanto in tanto cogliendo l'occasione di una battuta, di una canzone o un semplice "mamma mia!" che fa scoppiare i nostri colleghi Taiwanesi in una grassa risata. Il sole appena spuntato tra le montagne continua la sua ascesa, e quando comincia a scottare è il suo modo per dirci di tornare a casa a riposare, che lui tanto ci aspetta nel pomeriggio.
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Io e Andrea abbiamo lasciato la vita urbana e siamo arrivati in questo posto lontano dal caos e dallo smog proprio la sera del 25 Aprile 2012. Mi è piaciuto pensare che in qualche modo la Liberazione per noi sia stata quella dallo stress metropolitano e dallo smog.
Hualian (花莲) è una città situata sulla costa est di Taiwan, a 3 ore e mezzo di treno da Taipei, in uno dei territori meno popolati e meno contaminati di tutto il paese. In questa regione vivono anche alcune delle tribù aborigene di Taiwan, e le terre coltivate a riso si estendono a perdita d'occhio tra le catene montuose e il mare. Un piccolo paradiso. Tuttavia la scelta di Hualian è avvenuta un pò per caso, o per destino. Le ricerche che ci hanno portato qui sono state infatti relative non al luogo, ma alla fattoria biologica nella quale avremmo deciso di passare 10 giorni di questo viaggio. Tramite l'organizzazione WWOOF (World Wide Opportunities on Organic Farms), dopo un'attenta selezione delle 64 aziende agricole biologiche dell'isola che accolgono volontari, siamo approdati qui, a Hualian, nella fattoria Ougenli. In breve, l'esperienza WWOOF permette ai volontari di lavorare (gratuitamente) in una fattoria bio per imparare a coltivare in modo biologico ed eco-sostenibile in cambio di vitto e alloggio. Al momento la nostra fattoria ospita 5 volontari, oltre a me e Andrea ci sono Lauren dagli States, Alice da Hongkong e Shaun da Singapore. Noi stiamo in stanza con Shaun. Siccome ho in mente di annotare tutti i dettagli di ciò che imparo, ho pensato che tanto vale scriverli sul blog e condividerli con chi potrebbe essere interessato. Giorno 1 Sveglia alle 5am, colazione e via che si comincia questa giornata alla 5:30 del mattino. Si è appena fatto giorno. Stando ai programmi, lavoreremo fino alle 9:30, poi pausa fino alle 2pm, per poi riprendere fino alle 4:30-5:00 del pomeriggio. La prima giornata è già andata, io sono con il mio the a scrivere questo post, e queste sono le cose che voglio annotare. Carote piccole, brutte ma buone! Abbiamo atteso che la pioggia più forte smettesse di scrosciare, e appena le gocce sono diventare sottili, ci siamo diretti verso il campo con cappelli e impermeabili per la raccolta delle carote. Ci siamo messi 2 persone per fila, uno tirava le foglie per estrarre le carote dal terreno e l'altro recideva tali foglie e gettava le carote nel cesto. Una dopo l'altra, quelle che estraevamo non assomigliavano troppo alle belle carote di Bugs Bunny, al contrario erano piccole, alle volte con più punte (più radici) e semi-deformi, simili a quelle che potrebbero nascere vicino alla centrale atomica dei Simpson. Fratellone Li, uno dei due gestori della fattoria, ha subito chiarito il mistero. Al momento della semina i semi sono stati gettati sul terreno, sul quale tuttavia deve essere piovuto molto prima che i semi potessero germogliare e attecchire bene con le radici, che probabilmente con la tanta acqua sono saliti in superficie, portando ad una crescita innaturale delle carote che invece di penetrare il terreno in profondità si sono sviluppate in larghezza più che in lunghezza. Molte di queste carote non saranno commerciabili al mercato del week-end, tuttavia Fratellone Li ha detto che le offrirà in regalo ai clienti, che saranno comunque felici di gustarsi un prodotto bio forse brutto all'occhio, ma sano e buonissimo al palato! Riso grezzo, integrale, germe, bianco…e non dimentichiamoci la crusca! Il riso si sa è il pasto principale dei paesi asiatici. Finalmente ho avuto modo di scoprire come avviene la lavorazione di questo prezioso cereale. Intanto il riso grezzo (non lavorato) va tenuto in luogo asciutto. L'umidità lo farebbe marcire. La "corazza" di crusca che lo avvolge è molto spessa, e tiene protetto il chicco dall'attacco di parassiti. Non appena il riso è lavorato (quindi liberato dalla crusca), questo è buono per 3 mesi, dopo di che diventa estremamente vulnerabile agli insetti che se ne cibano. Riso grezzo - è il riso raccolto così come ce lo dona Madre Natura e messo ad essiccare naturalmente. Quando il riso è raccolto contiene ancora una minima quantità di acqua (quindi non è come il grano che viene raccolto secco). Riso integrale - è ottenuto lavorando il riso grezzo con la macchina apposita per eliminare il guscio esterno del chicco. Questa macchina utilizza presse in gomma per rompere la crusca dura ed eliminarla. Il riso va passato in questa macchina 4/5 volte regolando la pressione fino ad ottenere il risultato voluto. Questo riso è anche chiamato Brown Rice, dovuto al suo colore scuro. Germe di riso - è la prima volta che sento parlare di germe di riso (Germ Rice). A quanto pare si tratta di una sorta di riso integrale al quale è stata aggiunta una fase di lavorazione, per renderlo meno integrale, ma nemmeno completamente bianco. Questo è ottenuto facendolo passare in un macchinario simile ma con presse di metallo invece che di gomma. Riso bianco - è quello più conosciuto e mangiato, ma anche quello meno nutriente (visto che ha perso tutte le vitamine, proteine ed elementi contenuti nella crusca). Questo riso si ottiene lavorando fino in fondo il chicco nel macchinario con presse in metallo fino ad eliminare completamente la crusca. Crusca - è talmente dura al tatto che si capisce subito che non può essere utilizzata per scopi alimentari. Ma ha tanti altri usi che la fanno sembrare tanto preziosa quanto il chicco di riso stesso! Innanzitutto si può utilizzare come lettiera per gli animali, dai gatti ad animali più grandi. Poi si può cospargere intorno alle piantine appena trapiantate in orto per evitare che intorno ad esse si infesti l'erbaccia. Infine se ridotta in cenere (semplicemente dandogli fuoco), quello che rimane è un prodotto ricchissimo di fosforo (P) e potassio (K), ottimo per concimare nuovamente il terreno e prepararlo a nuove piantagioni di riso! Per fare un albero ci vuole il seme…e tanta precisione! Proprio per evitare di raccogliere altri ortaggi deformi (come è successo con le carote) il metodo più sicuro ed efficace è quello di far germogliare le sementi in semenzaio sotto serra. Questo è quello che abbiamo fatto il resto della mattina con i semi di broccolo, cetriolo e lattuga. Chi avrebbe pensato che per fare un semenzaio ci volesse la precisione di uno scienziato di laboratorio? Con delle minuscole pinzette si prendevano i minuscoli semini (del diametro di mezzo millimetro) e li si lasciava cadere nei fori cilindrici ripieni di terriccio. Una volta riempiti tutti i 120 fori dello stampo, si ripassa con terriccio per ricoprire i semi, e si porta il tutto in serra. Questo metodo garantisce di avere piantine che crescono al sicuro e al caldo, lontane da agenti atmosferici infausti e da parassiti e uccelli, e di avere piantine nel giro di qualche settimana pronte ad essere trapiantate nell'orto ormai "grandicelle". Questo procedimento rende più facile anche gestire l'orto, che in tal modo avrà piantine tutte più o meno della stessa dimensione e nella stessa fase di sviluppo. Inoltre così facendo, gli eventuali semi difettosi che non crescono sono naturalmente selezionati e non si spreca alcun lembo di preziosa terra in quanto trapiantando le piantine siamo sicuri di occupare tutti gli spazi. Consigli per il semenzaio: mettere i semi a bagno in acqua un giorno prima della semina, così che l'involucro esterno si ammorbidisca e sia più facile per il seme germogliare. Per la lattuga esiste addirittura un modo per stimolarne la germinazione fuori stagione ponendo i semi (già in acqua) in frigorifero, e poi estrarli così che lo sbalzo di temperatura possa far credere al seme dell'insalata di essere passato dall'inverno alla primavera… Ingannare l'insalata. Che sia poco bio-etico? Qualche mese fa l'immagine di una protesta animalista avvenuta in Cina ha fatto il giro del web, ed ha felicemente sorpreso gli amanti degli animali che con grande piacere ha condiviso la notizia su Facebook. Pochi giorni fa Pechino è stata protagonista di una nuova manifestazione di protesta contro l'utilizzo di bile di orso, un fenomeno conosciuto e denunciato prima di tutto in occidente con il nome Orsi della Luna. Quello che sta accadendo in Cina potrebbe essere l'alba di una presa di coscienza animalista? Speriamo. Sono venuto a conoscenza della protesta tramite i miei colleghi di lavoro, che stavano discutendo di un talk show televisivo nel quale per l'appunto si era portato all'attenzione il fenomeno della produzione di bile di orso, e che a quanto pare ha scatenato grandi controversie e contrarietà dal popolo internauta cinese. Non potevo credere alle mie orecchie, è stato come una ventata di aria fresca, una piccola rivoluzione da non sottovalutare. I cambiamenti richiedono tempo e pazienza, ma fatto un passo in avanti, il resto vien da se. I Super Orsi scompigliano la piazza E' successo il pomeriggio del 24 Marzo 2012, nella piazza adiacente il complesso commerciale a Sanlitun di Pechino, dove si stavano svolgendo le riprese di un programma televisivo alquanto noto per pretendenti spose in cerca del principe azzurro. La piazza era gremita, tutti con gli occhi sul palco nell'attesa di vedere quante di quelle coppie avrebbero coronato il sogno con le parole "Si, lo voglio". Ma alle 15:00 del pomeriggio qualcosa di inaspettato ha rubato tutta l'attenzione, tanto da dover sospendere il programma. Un gruppo di Super Orsi si è fatto largo e ha cominciato a manifestare contro il maltrattamento degli animali, come chiaramente scritto sui cartelli che tenevano in mano: "STOP ai maltrattamenti", "NO alla bile d'orso", "NO all'allevamento in gabbia" e "No, non lo voglio!" (chiaro riferimento allo show televisivo). Ad un certo punto uno dei Super Orsi si è messo a distruggere una sagoma umana formata da un mosaico di immagini che riprendevano scene di allevamento degli Orsi della Luna o altre scene di maltrattamento animale. Chi sono i Super Orsi L'articolo parla di questa associazione per i diritti degli animali chiamata Super Orsi, il cui nome prende le sue origini dal mondo dei fumetti. Se esistono l'uomo ragno (Spider Man), l'uomo pipistrello (Bat Man) e Super Man, ecco che gli animalisti cinesi creano il Super Orso per denunciare le condizioni miserabili dei veri orsi da allevamento. Il gruppo animalista non è nuovo a queste manifestazioni di protesta. I Super Orsi si sono già fatti conoscere in alcune delle più grandi metropoli cinesi, tra cui Shanghai, Chongqing e Wuhan. Forza Cina, non ti fermare, facci sognare!!! Cliccare qui sotto per gli articoli originali cinesi
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chi sonoUn semplice viaggiatore, uno dei tanti, alla ricerca di quel qualcosa che so già essere quasi inafferrabile. Cosa che rende l'intero percorso ancora più avvincente. il blogNessuna pretesa prima di tutto. Un posto virtuale nel quale dare forma ai miei pensieri e ricordi per segnare le tappe dei miei viaggi, e del mio viaggio. archivi
April 2020
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